BASTA SEGUIRE ALCUNE SEMPLICI REGOLE
Dermo-ipotermo-panniculopatia-edemato-fibro-sclerotica, più comunemente nota come cellulite.
Il complesso nome tecnico indica una svariata serie di alterazioni che hanno origine nel tessuto connettivo del derma e dell’ipoderma, elementi che si trovano sotto lo strato epiteliale, aventi funzioni di sostegno, difesa e nutrizione.
E’ ormai considerata una vera e propria patologia, consistente in pratica in una anomalia funzionale dei vasi sanguigni che non sono in grado di trasferire il sangue ossigenato ai tessuti e di ripulirli delle sostanze tossiche, causando una progressiva sofferenza delle cellule ed una modificazione dei tessuti che perdono le caratteristiche di elasticità e trofismo.
I fattori che contribuiscono all’insediarsi e al progredire della cellulite sono tanti e così diversi da rendere difficile una loro classificazione. E’ possibile però agire a livello preventivo e curativo, adattando, ad esempio, le proprie abitudini alimentari alle seguenti linee guida:
- Consumare abbondante frutta e verdura, privilegiando tra i frutti, quelli ricchi di vitamina C (agrumi, kiwi, ananas, fragole);
- Bere molta acqua durante la mattinata, almeno due litri in un intero giorno;
- Privilegiare l’uso di prodotti integrali (riso, pane, pasta) e di legumi;
- Preferire ai fritti i cibi cotti alla griglia, al forno e al vapore;
- Evitare i cibi in scatola, gli insaccati ed i formaggi grassi;
- Ridurre al minimo il consumo di sale;
- Ridurre il più possibile il consumo di sostanze eccitanti come the, caffè, cioccolato, o piccanti come pepe, mostarda, frutti acerbi, pomodori non maturi;
- Evitare il più possibile grassi animali, dolci, panna, bevande alcoliche.
A queste regole si associano l’importanza di uno stile di vita che rispetti i ritmi del sonno e del riposo, la regolarità nell’orario dei pasti, la riduzione o l’abolizione del fumo, l’uso moderato di farmaci, e la pratica di una moderata attività fisica quotidiana.
Anche una semplice camminata può rappresentare un’importante attività salutare per l’organismo, consentendo di migliorare la circolazione negli arti inferiori, stabilizzare la pressione arteriosa, prevenire la demineralizzazione delle ossa, favorire il ricambio cellulare, le attività di secrezione ed escrezione, creando così un beneficio diretto alle aree interessate dalla cellulite.
Non trascuriamo il fattore posturale, ricordando che i disturbi della postura possono talvolta essere dettati da scorrette abitudini che possono diventare alterazioni posturali permanenti. Molto frequente, ad esempio tra coloro che passano gran parte della giornata alla scrivania, l’abitudine di accavallare le gambe, che ostacola la circolazione favorendo la formazione degli insediamenti cellulitici.
Le strutture linfo-vascolari delle gambe non usufruiscono della spinta diretta di una “pompa” pulsante come il cuore, tuttavia nel piede ci sono, per così dire, due cuori periferici: uno è rappresentato da un letto di capillari la cui spremitura facilita il ritorno di sangue verso l’alto, e porta il nome di soletta venosa di Lejars; l’altro, chiamato triangolo della Volta, è situato nella parte più profonda del piede e contiene le più importanti vene profonde, la cui spremitura ad ogni passo rappresenta il vero cuore periferico. Una persona in stazione eretta ripartisce il peso del suo corpo per un 57% sul retropiede ed un 43% sull’avampiede. Con tacco di 4 cm il peso corporeo grava per un 57% sull’avampiede e per il 43% sul retropiede, invertendo i rapporti di distribuzione rispetto alla normalità. Se il tacco supera i 6 cm il carico sull’avampiede risulta essere tra il 90-100%, mentre sul retropiede dallo 0 al 10%.
Questo discorso a prima vista complesso serve solo a far capire alle simpatiche lettrici che l’abitudine di indossare scarpe con tacco molto alto tutti i giorni può favorire l’insorgenza della cellulite. Con i rapporti di distribuzione del carico totalmente ribaltati, vengono infatti progressivamente disattivati quei due “cuori” periferici di cui si parlava prima. Ciò si traduce in stasi linfovenosa enormemente aumentata, con accumuli edematosi e tossicosi progressiva dei tessuti.
Divieto dunque del tacco a spillo? Assolutamente no. L’importante è che quella col tacco alto non sia la scarpa indossata quotidianamente.
Per la donna che ami praticare attività fisica, il consiglio è di preferire quella che alterni fasi di compressione e decompressione sulla struttura del piede, partendo come si è detto, dalla semplice camminata, fino all’esecuzione di circuiti di cardio-fit training.