ImageMolti cominciano a praticare jogging a livello amatoriale, per sentirsi meglio, sia dal punto di vista fisico che mentale, o perché spinti dal desiderio di perdere peso. Per alcuni la passione diventa sfrenata e spinge a spostare sempre più in là il traguardo, fino a decidere di provarci, e fare quei 42 chilometri e rotti.
In verità è un popolo in forte incremento quello delle maratone, che contano presenze sempre più numerose, ma il dato rilevante è il gran numero di neo sportivi, ex pantofolai, che nel giro di qualche mese riesce a preparare un livello di forma tale da poter sostenere prestazioni dignitose.

Credo che per molti di questi, i mesi che precedono la prima maratona, rappresentino una continua scoperta di risorse interiori prima sconosciute, ed un progressivo affiorare di energie precedentemente nascoste. Per chi corre, la gara comincia già dai primi allenamenti, quando ci si mette in competizione con sé stessi mirando all’obiettivo di migliorare i tempi di percorrenza fatti in precedenza. Ed il vantaggio di una distanza lunga come la maratona, è quello di essere un traguardo raggiungibile da molti, poiché ognuno può interpretare la gara secondo le proprie capacità, magari concedendosi di socializzare con gli altri partecipanti, vista l’andatura relativamente ridotta che dovrebbe caratterizzare un neofita fondista.
ImageMa anche e soprattutto per prepararsi a sostenere una maratona, è necessaria una pianificazione non casuale, ma programmata in modo scientifico, non solo per gli atleti professionisti, ma anche per chi corre a livello amatoriale. I migliori progressi si ottengono solo allenandosi con regolarità e a lungo termine, meglio se guidati da chi conosce i metodi di allenamento. Improvvisare una preparazione per una distanza così lunga, infatti, può essere deleterio oltre che inefficace. Le sollecitazioni ed il carico che deve sostenere l’organismo per affrontare 30 o 40 km sono ben diversi da quelli che si hanno percorrendone 5 o 10. Per questo, la preparazione atletica per una maratona, va studiata in modo dettagliato, su un periodo minimo di 6 mesi di lavoro, durante i quali il preparatore dovrà settare gli opportuni aggiustamenti, sulla base di test di valutazione funzionale.

Sempre a proposito di maratona, ci sono delle nuove raccomandazioni che riguardano gli atleti di questa disciplina. Quale tipo di bevanda e quanto di questa è consigliato assumere nel corso della partecipazione ad una gara di maratona? La più aggiornata risposta a questo quesito arriva dalla Marathon Medical Directors Association (IMMDA), e compare nell’edizione di luglio/agosto del Clinical Journal of Sport Medicine.
Nello sviluppare le nuove raccomandazioni, l’IMMDA ha rivisto i complessi processi fisiologici che governano l’equilibrio dei fluidi corporei, e nelle loro nuove linee guida si legge, in sintesi, il seguente messaggio: si deve bere quando si avverte la sete, e si deve evitare di bere se non si è assetati; questo eviterà di incorrere sia in una insufficiente, che in una eccessiva idratazione.
Il principio è quello di impedire durante la corsa la disidratazione dovuta alla perdita di liquidi, ma anche evitare il rischio di livelli pericolosamente bassi di sodio, causati da una eccessiva diluizione. Questi recenti studi mostrano quindi che la sete è un indicatore migliore per il mantenimento del bilancio dei liquidi, di altri approcci finora usati, come la stima dei liquidi persi durante la sudorazione, o la misurazione del calo di peso corporeo che consegue allo svolgimento di una corsa così prolungata.
Chi corre una maratona dovrebbe bere acqua o bevande sportive che forniscano sodio e altri minerali, e continuare a idratarsi a corsa terminata. Mi preme aggiungere che nella scelta della bevanda va fatta particolare attenzione al contenuto calorico: più questo risulta alto, minore è la velocità di svuotamento gastrico. L’assorbimento ideale dei carboidrati (zuccheri) si trova in un intervallo di concentrazione tra il 3% e l’ 8% circa. Se necessario, quindi, è possibile pensare di diluire la bevanda con ulteriore acqua, così da favorirne l’assorbimento rapido.

 

BIBLIOGRAFIA:

Updated Fluid Recommendation: Position Statement From the International Marathon Medical Directors Association (IMMDA) – Clinical Journal of Sport Medicine. 16(4):283-292, July 2006. Hew-Butler, Tamara DPM; Verbalis, Joseph G. MD; Noakes, Timothy D. MBChB, MD, DSc

The International Marathon Medical Directors Association (IMMDA) was formed as the Consulting Medical Committee of the Association of International Marathons (AIMS). The purpose of IMMDA is to 1) promote and study the health of long distance runners, 2) promote research into the cause and treatment of running injuries, 3) prevent the occurrence of injuries during mass participation runs, 4) offer guidelines for the provision of uniform marathon medical services throughout the world, and 5) promote a close working relationship between race and medical directors in achieving the above four goals. For further information, please contact Lewis G. Maharam, M.D., FACSM, Chairman IMMDA Board of Governors at 24 West 57th Street, Suite 509, New York, NY 10019, 212-765-5763, nysportsmd@aol.com 

Leave a Reply