Per dimagrire cambia marcia

Molti sportivi passano la maggior parte del loro allenamento sopra una cyclette o un attrezzo analogo, spendendo quante più energie possibili allo scopo di lasciare in palestra un cospicuo bagaglio calorico. Tutto giusto, anche perché l’attrezzo per il cardiofitness rappresenta un valido strumento il cui approccio è assolutamente “user-friendly”, per usare un inglesismo molto utilizzato quando si parla di macchine elettroniche.

E’ vero, infatti, che le attrezzature per il lavoro cardiovascolare, byke, tapis roulant, step, e via dicendo, hanno il pregio (grazie ai loro produttori) di essere facilmente gestibili anche da uno sportivo neofita, il quale, presa rapidamente confidenza con il mezzo, ne sfrutta immediatamente le potenzialità. Diciamo la verità: chi arriva in palestra per la prima volta, dopo una vita passata a far di tutto fuorché attività fisica, non ha di meglio che iniziare a muoversi con tranquille passeggiate o pedalate, al fine di mettere in moto il metabolismo in maniera progressiva, evitando così di incorrere in traumi prematuri. Inoltre, l’attività a bassa intensità e lunga durata, viene ancora Imageconsiderata la formula migliore da adottare in un programma di dimagrimento. E’ comprensibile quindi che molte persone vengano indirizzate a svolgere decine di minuti in attività di cardiofitness, ma da parte dei professionisti dell’insegnamento sportivo è doveroso far sapere che, una volta passata la fase iniziale di sensibilizzazione muscolare, bisognerà cominciare a lavorare sull’incremento dell’intensità di lavoro. Non è infatti una novità la questione che il dimagrimento sia collegato anche alle calorie consumate nel post-allenamento, ma molti sembrano trascurare questo fatto.
Per chiarire il concetto, e a riprova del fatto che parliamo di cose da tempo assodate, vi racconto in sintesi cosa hanno fatto dei ricercatori canadesi più di dieci anni fa.
Il team guidato dal dott. Tremblay del Physical Activities Sciences Laboratori della Laval University, nel Quebec, ha messo a confronto gli effetti sul dimagrimento di un’attività aerobica con intensità moderata e prolungata ed un’altra con esercizi aerobici ad alta intensità, intervallati con esercizi ad intensità moderata. Salto subito alla conclusione e ai risultati del protocollo: nonostante un’evidente differenza nel consumo calorico durante la sessione allenante, a favore dell’attività aerobica a più bassa intensità, si è riscontrato che IL GRUPPO CHE HA LAVORATO AD INTERVALLI DI ALTA INTENSITA’ HA PERSO UNA PERCENTUALE MAGGIORE DI GRASSO SOTTOCUTANEO.
Questo effetto è stato attribuito al fatto che gli adattamenti metabolici derivanti dal lavoro intenso intervallato possono produrre un utilizzo lipidico (dei grassi) migliore nel post allenamento. In parole più semplici, L’ATTIVITA’ INTERMITTENTE PRODUCE UN EFFETTO MIGLIORE IN TERMINI DI CALORIE E GRASSI BRUCIATI DOPO L’ALLENAMENTO.
Restiamo in tema.
In un altro studio (Thornton, M., et al, 2002) furono fatti eseguire, ad un gruppo di atlete, due diversi tipi di Imageallenamento in due separate occasioni. Un allenamento consisteva nel fare 2 serie di 15 ripetizioni per ogni esercizio, lavorando con un’intensità relativamente leggera, mentre nel secondo tipo di allenamento si eseguivano serie da 8 ripetizioni per esercizio, utilizzando dei carichi maggiori. Al termine del protocollo di studio si evidenziò un maggior consumo calorico post-allenamento, dopo le sessioni caratterizzate da serie più brevi e carichi maggiori.
Nel corso degli anni la ricerca medico sportiva ha confermato il fatto che l’esercizio ad alta intensità favorisce un minor accumulo di depositi di massa grassa, conseguentemente all’incremento del metabolismo basale e quindi della spesa energetica post-allenamento.
Il programma di allenamento riportato rappresenta un tipo di lavoro “misto”, che considero la formula più efficace per la tonificazione, sia per il soggetto maschile che femminile (scarica gratuitamente il programma).
Risulta, inoltre, un lavoro meno noioso, in quanto i diversi esercizi vanno svolti in modo continuato: l’unica pausa prevista è quella del tempo occorrente per spostarsi verso l’attrezzo successivo; e questo rappresenta già un breve intervallo di lavoro a bassa intensità. I diversi esercizi, messi insieme, costituiscono un lavoro completo di tutti i distretti corporei, da svolgere senza pausa tra un esercizio e l’altro. Il bello di questo tipo di programma è che può essere affrontato anche dai principianti con poca esperienza. Si tratterà di utilizzare livelli di intensità congrui, partendo da carichi molto leggeri, e aumentandoli in modo progressivo durante l’arco di 3-4 settimane.

Riferimenti bibliografici:

Impact of exercise intensity on body fatness and skeletal muscle metabolism Metabolism. 1994 Jul;43(7):814-8. Tremblay A, Simoneau JA, Bouchard C. Physical Activity Sciences Laboratory, Laval University, Ste-Foy, Quebec, Canada.

Effects of resistance exercise bouts of different intensities but equal work on EPOC. Thornton, M., et al. Med. Sci. Sports Exerc. 34: 715-722, 2002

Impact of high-intensity exercise on energy expenditure, lipid oxidation and body fatness M Yoshioka, E Doucet, S St-Pierre, N Alméras, D Richard, A Labrie, J P Després, C Bouchard and A Tremblay International Journal of Obesity (2001) 25, 332±339

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