
Riscopriamo la camminata
E’ ormai assodato quanto sia nociva la vita sedentaria e quanto contribuisca invece l’attività fisica in termini di prevenzione di disturbi e malattie di vario tipo. La ricerca medica ha dimostrato negli ultimi anni l’efficacia di una regolare attività fisica, come fattore protettivo nel prevenire, ad esempio, le malattie del cuore e della circolazione. Camminare, correre a piedi o in bicicletta, fare dello sci di fondo, per citare alcuni esempi, risultano essere attività particolarmente indicate a questo scopo.
Sta prendendo piede da qualche tempo un modello di allenamento alla portata di tutti, ma che offre la possibilità di esercitarsi anche a persone che hanno lievi problemi cardiaci, o persone giovani o anziane che intendono iniziare un’attività sportiva dopo anni di inattività. Si tratta della vecchia e sempre valida camminata, che prendendo il nome di FITWALKING è diventata una vera e propria disciplina sportiva, importata in Italia dai fratelli Damilano, campioni olimpionici di marcia. A dire il vero, il Fitwalking si distingue dalle semplici passeggiate, per il suo intento di combinare il piacere della camminata con la ricerca di una prestazione fisica misurabile in termini di distanza percorsa, con l’obiettivo di portarsi sempre più lontano sviluppando le capacità di camminatore.
Chi pratica il fitwalking sa che i risultati sul piano del benessere sono abbastanza immediati, e si apprezzano già dopo le prime sessioni, mentre le capacità di resistenza e autodisciplina necessarie a portare a termine percorsi che arrivano anche a trenta-quaranta chilometri si sviluppano nel corso di alcuni mesi di allenamento.
A chi si appresta ad iniziare l’attività di fitwalker, consiglio di partire con camminate sulla distanza di 4-5 km, ad una velocità che consenta un facile controllo del proprio ritmo respiratorio, e non solleciti oltre misura il muscolo tibiale anteriore (per capirci, il muscolo antagonista del polpaccio, situato davanti tra ginocchio e piede,).
Per assicurare un efficace recupero, è bene programmare un aumento progressivo dei carichi di lavoro con il seguente criterio:
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mantenere per 1-2 settimane la stessa distanza, senza allungare il percorso, lavorando sull’aumento della velocità del passo;
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alla terza settimana, aggiungere un paio di chilometri abbassando lievemente il ritmo, per riportarlo progressivamente più alto nel corso della quarta settimana.
Per i periodi successivi è consigliabile lavorare alternando sessioni più intense a sessioni più leggere, poiché soltanto favorendo il recupero dello sforzo consentiremo al nostro corpo di adattarsi a livelli di intensità maggiori. L’obiettivo è di arrivare nel corso di alcuni mesi a coprire distanze sempre più lunghe, mantenendo un passo sostenuto, ma contenendo la fatica entro limiti che consentano di gustare il bello della camminata, specialmente se il paesaggio che abbiamo intorno merita di essere osservato.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, non trascuriamo le caratteristiche delle scarpe da utilizzare. Dopo aver percorso svariati chilometri, il rischio maggiore è quello delle vesciche ai piedi, che possono tenerci lontano dalla strada per vari giorni. Allora, oltre che della misura giusta, le scarpe devono essere sufficientemente flessibili e ammortizzate, meno morbide ma più elastiche rispetto ad una scarpa specifica per la corsa.
Il fitwalking è una disciplina che va bene per ogni età, ed è particolarmente indicata per chi deve perdere peso (consumo stimato almeno 400 kcal/ora), con un bassissimo rischio di incorrere in traumi, data la bassa intensità delle contrazioni muscolari tipiche della camminata. Non è un’attività agonistica ma un’ attività sportiva finalizzata al benessere, sfidando sé stessi in una gara che ha come presupposto la ricerca di un equilibrio tra la componente fisica e quella mentale.