Preparazione atletica finalizzata al gioco della pallacanestro
Sistemi energetici della pallacanestro

La pallacanestro è una disciplina sportiva ad impegno aerobico-anaerobico alternato, perché si basa sull’alternanza più o meno codificata, di fasi subaerobiche, con fasi aerobiche, fasi anaerobiche e fasi di riposo
 Da “Classificazione delle attività sportive”di Antonio Dal Monte

Traducendo:
Fasi subaerobiche sono quelle dove l’impegno risulta inferiore alla massima capacità aerobica;
Fasi aerobiche sono quelle dove l’impegno risulta al limite della capacità aerobica;
Fasi anaerobiche sono quelle dove l’impegno risulta superiore alla capacità aerobica.

Nella suddivisione dei sistemi energetici utilizzati nella  pallacanestro, il 20% è all’incirca la quota relativa al sistema aerobico, e l’80% è quella relativa al sistema anaerobico.
Questa è quindi una disciplina che richiede un elevato livello di forma anaerobica, necessario per compiere gli sforzi di elevata intensità, ma è importante sottolineare che in ogni fase di recupero, prima delle successive frazioni di esercizio, il reintegro dell’ATP (la benzina muscolare) avviene con l’intervento del sistema aerobico.

Il modello strutturale delle componenti della condizione fisica qui riprodotto è quello proposto da Schmidtbleicher, e indica che la CONDIZIONE rappresenta solo una delle tante componenti dalle quali dipende il miglioramento della prestazione nella pallacanestro.

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In tal senso è fuori luogo svolgere con i cestisti per un periodo prolungato un allenamento condizionale improntato sulla resistenza aerobica, visto che al giocatore di pallacanestro non è richiesto il livello di resistenza tipico di un atleta di fondo o mezzofondo; questo, ovviamente, senza perdere di vista il principale obiettivo di lavoro dell’allenamento aerobico, cioè ritardare quanto più possibile la fatica locale e centrale e l’insorgere del meccanismo anaerobico-lattacido, così da assicurare il più a lungo possibile il mantenimento della coordinazione e delle prestazioni.
Si dovrà attribuire maggior importanza all’allenamento che abbia attinenza con il gioco, privilegiando i mezzi più utili all’addestramento della rapidità d’azione. Un allenamento troppo orientato alla resistenza segnerebbe una prevalenza di lavoro sulle fibre muscolari lente, compromettendo in una certa misura le qualità relative alla rapidità.

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Secondo recenti teorie, come quelle elaborate dal dott. G.Cometti (La preparazione fisica nel Basket – Società Stampa Sportiva – Roma 2002), le tappe per lo sviluppo della velocità e dell’esplosività passano attraverso un lavoro eseguito su varie forme di sprint, accelerazioni su brevi distanze, skipping, pliometria con impegno sull’asse orizzontale e successivamente su quello verticale, e lavoro di carico muscolare con movimenti importanti quali, ad esempio, lo squat.

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