Contrariamente a quanto decantano svariati spot pubblicitari, la via per il raggiungimento di uno stato di benessere e di armonia del proprio corpo, va un po’ oltre il semplice utilizzo di un marchingegno elettronico, il quale può trovare la propria opportuna collocazione nell’insieme delle attività fisiche, ma sempre come opzione complementare.
Vediamo quali possono essere i vantaggi e le eventuali limitazioni.
Uno dei campi di applicazione in cui risulta maggiormente efficace la TENS è quello della riabilitazione post-chirurgica. Il vantaggio è quello di far lavorare il muscolo in scarico articolare, quando i tessuti sono ancora infiammati e fragili; ad esempio si può tonificare il quadricipite senza caricare l’articolazione del ginocchio. In questi casi l’elettrostimolazione può contribuire in modo rilevante ad accorciare i tempi di recupero. Si rivela poi un metodo insostituibile nella distrofia muscolare e nei casi in cui il muscolo è denervato.
Altro ruolo importante lo assume nei trattamenti estetici, essendo associata all’ottenimento di effetti di vasodilatazione, rinnovo della microcircolazione, drenaggio linfatico, lipolisi e modellamento dei profili muscolari.
L’elettrostimolazione evidenzia, invece, tutti i suoi limiti se applicata a sportivi, sia amatoriali che agonisti. Allenarsi comodamente sdraiati su un lettino, con gli elettrodi attaccati in varie parti del corpo può portare nel tempo allo sviluppo di una massa muscolare non supportata da un proporzionale aumento della capacità cardiovascolare e respiratoria. Negli allenamenti tradizionali, l’atleta è sottoposto a sovraccarichi non solo muscolari, ma anche metabolici, cardiovascolari e respiratori. Questo significa che quando affrontiamo una serie impegnativa di squat, il sovraccarico totale è su tutto l’organismo, e non solo sui nostri quadricipiti.
Nella TENS oltre al sistema cardiorespiratorio, non è coinvolta la coordinazione neuromuscolare, venendo a mancare il lavoro di sinergia dei muscoli agonisti ed antagonisti.
Per questo motivo ne risulta penalizzato il gesto atletico: immaginate un giocatore di basket, un pallavolista, un tennista, la cui necessaria precisione del gesto può essere compromessa a causa di un lavoro muscolare inadeguato.
Se restiamo al caso più semplice dello sportivo che ricerca solamente lo sviluppo e la tonificazione muscolare, serve precisare che, diversamente dalle promesse fatte in televisione, non risulta così immediato ottenere fisici da spiaggia affidandosi completamente agli apparecchi in questione. Al contrario, gli effetti da questo punto di vista sono minimi, poiché le tensioni da applicare, per essere produttive, risulterebbero abbastanza dolorose e difficilmente sostenibili. Ben diversa è la tensione che va applicata nei casi post-traumatici visti precedentemente, o quella che viene consigliata nei protocolli di defaticamento.
Tutti gli esperti, ricercatori e preparatori atletici, sono concordi nell’attribuire all’elettrostimolazione risultati egregi in molti campi di applicazione, ma non decisivi nell’attività sportiva. Si tratta quindi di uno strumento utile ma complementare dell’allenamento sportivo, da inserire nella programmazione dei carichi come ogni altro mezzo o esercizio.