L’atleta (e soprattutto il suo trainer) dovrà tenere presente i concetti finora descritti, e la programmazione di un piano di allenamento non potrà prescindere da una formulazione quanto più dettagliata di un congruo regime alimentare.
La tecnologia e la ricerca mettono a disposizione ormai un panorama vastissimo di prodotti allo scopo di rendere una dieta più completa e alzare il livello di rendimento dell’atleta.
Mi riferisco ovviamente alla cosiddetta supplementazione, termine con il quale possiamo definire quelle procedure di somministrazione alimentare, volte non tanto a sanare un deficit della dieta (quella sarebbe integrazione), quanto a fornire all’organismo talune sostanze con una disponibilità maggiore rispetto al fabbisogno standard segnalato nelle tabelle.
Questo partendo dal presupposto che il fabbisogno dell’atleta sia superiore a quello della persona sedentaria; cosa che corrisponde sicuramente alla realtà, ma è necessario, a mio parere, operare in modo molto analitico, svolgendo un’accurata anamnesi sul fronte dei seguenti argomenti:
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Tipo e livello di attività sportiva praticata;
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Attività lavorativa esercitata (per l’atleta non professionista, chiaramente);
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Stile di vita, in cui si specifichino anche quante ore sono dedicate al riposo;
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Abitudini alimentari; un passo importante che serve a verificare quantità e qualità dei cibi normalmente ingeriti durante il giorno. Questo aiuterà a fare in modo che la dieta proposta si adatti quanto più possibile ai gusti e abitudini del soggetto. Nell’intento di ottenere delle informazioni che rappresentino la fotografia completa della situazione attuale, invito sempre l’atleta a produrre un diario giornaliero, dove annota tutto ciò che mangia, non tralasciando alcunché, ricostruendo una giornata standard (l’ideale sarebbe disporre dei dati di due o tre giorni), comprendendo anche gli orari in cui si consumano i pasti. Per fornire una base di dati completa dovranno essere specificate in modo molto verosimile le quantità di ogni singola porzione: è limitante gestire l’informazione generica “un piatto di pasta” – diverso è il dato “80 grammi di pasta al pomodoro con un cucchiaio d’olio di oliva” o ancora “100 grammi di pasta al ragù con due cucchiaini di parmigiano”.
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Sempre restando nell’anamnesi alimentare, dovranno essere segnalate eventuali allergie o intolleranze, possibilmente corredando l’informazione con referti medici; una scheda medica ideale dovrebbe riportare l’ eventuale utilizzo di farmaci, patologie in corso, malattie presenti in famiglia (ad es., diabete), ultime analisi ematochimiche, pressione arteriosa.
Con questi dati a disposizione il nutrizionista può produrre un programma alimentare specifico, mirato all’obiettivo della prestazione migliore. Alla luce di quanto detto sul maggior fabbisogno di alcuni elementi nutritivi, il programma per l’atleta dovrà comprendere quei supplementi che saranno ritenuti necessari in base alle informazioni fornite dall’anamnesi, nonché valutando il periodo che si sta prendendo in considerazione (fase pre-agonistica, agonistica, transizione, ecc…).
Per fare un’ esempio abbastanza semplice, un maratoneta, in genere, ha bisogno di una dieta ricca di carboidrati e moderata in grassi e proteine, mentre un velocista ha bisogno di una dieta ricca di carboidrati e proteine e povera di grassi. Si terrà conto, quindi, di queste priorità per la base di un programma mirato a queste due specialità, che verrà dettagliato modulando l’assunzione dei nutrienti in base alle esigenze metaboliche del periodo. L’esempio classico di questa modulazione, è quello fatto tenendo conto dei momenti di riposo e di allenamento: subito prima e nel corso della sessione allenante, posso assumere acqua, qualche aminoacido e carboidrati semplici per aiutare l’organismo a mantenere l’energia e a risparmiare le riserve di glicogeno e il tessuto muscolare. O, ancora, eviterò negli stessi momenti di assumere grassi e quantità sostanziose di proteine poiché questi necessitano di un tempo maggiore per essere metabolizzati, rallentando il processo digestivo, cosa che andrebbe ad interferire con l’allenamento.