Scopo dell’atleta è seguire una corretta assunzione proteica. Le proteine, oltre ad avere un ruolo strutturale, di riparazione, vengono anche sacrificate a scopi energetici durante un’attività fisica intensa e di lunga durata.

Questo giustifica il fabbisogno proteico dell’atleta, che equivale almeno al doppio di quello del sedentario. E’ altrettanto vero che risulta dannoso anche oltrepassare di molto il valore del fabbisogno proteico, in quanto l’organismo converte in grasso le proteine in eccesso, aumentando nel contempo i livelli ematici di ammoniaca e acido urico, sottoprodotti tossici del metabolismo.

Nel caso di assunzione insufficiente, l’organismo libera gli aminoacidi, costituenti le proteine, dal tessuto muscolare, per utilizzarli a scopo energetico. Questo fenomeno, denominato catabolismo muscolare, è diventato negli anni lo spauracchio di molti praticanti il body building, che, anche grazie ai soliti guru che non mancano in ogni palestra, hanno diffuso fortemente il timore di protrarre l’attività fisica oltre i limiti, fino al cosiddetto “overtraining” (sovrallenamento), innescando così il meccanismo della demolizione delle proteine muscolari. Concordo con il fatto di tenere alta l’attenzione su questo fronte da parte di chi privilegia l’obiettivo di sviluppare massa muscolare, ma sono altrettanto convinto che il catabolismo sia più frequente in quei soggetti che seguono per lunghi periodi diete composte da pasti e integratori esclusivamente proteici, cosa controproducente per chi vuole non solo sviluppare ma anche mantenere la massa muscolare, in quanto la mancanza completa di carboidrati inibirà il ripristino delle scorte di glicogeno, per cui l’organismo si procurerà l’energia liberando gli aminoacidi.

Per l’aumento muscolare, la crescita cellulare, mantenere il metabolismo ed il recupero a livelli ottimali, dobbiamo fornire all’organismo la giusta proporzione di aminoacidi. Le ricerche hanno dimostrato che i muscoli utilizzano tutti e tre gli aminoacidi ramificati (BCAA – isoleucina, leucina e valina), apportando una limitata quantità di energia durante l’esercizio intenso, impiegando però in modo preferenziale l’aminoacido leucina. Questo crea un ulteriore scompenso, che può giustificare l’integrazione con BCCA, sempre a fronte di un’accurata anamnesi quale quella vista in precedenza.

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