In questa sezione potrete trovare un elenco descrittivo di molti parametri relativi ad un esame ematochimico.
Acido urico
Un aumento di acido urico può essere indice di predisposizione a carattere costituzionale alla gotta, o per diminuita escrezione dell’acido stesso, a causa di un difetto nel trasporto renale, o ancora per problemi cardiaci. Un’iperuricemia è presente in circa il 50% dei soggetti obesi, e si ritiene che ciò sia attribuibile all’aumentata sintesi epatica di acido urico. Il valore considerato normale è: • nel siero 3,5 – 7 mg/100 ml • nelle urine 2,40 – 6 mmol/24 h
Aldosterone
E’ il principale ormone mineralcorticoide prodotto dal surrene. La secrezione di aldosterone è essenzialmente regolata dal sistema renina-angiotensina, ma un ruolo importante è anche svolto dall’ACTH, dal GH e dai livelli di sodio e potassio plasmatici. L’iperaldosteronismo primario è caratterizzato da ipertensione con perdita renale di potassio. La postura, lo stress e la gravidanza aumentano i livelli di aldosterone. La terapia con diuretici, apresolina e nitroprusside, può fare aumentare i livelli dell’ormone. Le variazioni del sodio nella dieta possono influire sui livelli plasmatici di aldosterone. La terapia prolungata con eparina, propanolo e fluoridrocortisone, può diminuire i livelli sierici di aldosterone. I valori di aldosterone di iperaldosteronismo primario devono essere correlati con l’evidenza di ipertensione e ipocalcemia. Anche i livelli di renina plasmatica bassi possono essere indicativi di iperaldosteronismo primario. L’iperaldosteronismo secondario può essere presente nello scompenso cardiaco congestito, nella cirrosi, nella nefrosi, in caso di iperpotassiemia, nella tossiemia gravidica, nella sindrome di Bartter e in tutti gli stati patologici in cui esiste una concentrazione del volume plasmatico. Per una corretta valutazione e per la diagnosi di iperaldosteronismo è indispensabile il dosaggio contemporaneo della renina che, a sua volta, risulta alta nell’iperaldosteronismo primario e bassa nell’aldosteronismo secondario. L’ingestione di liquidi ed i farmaci che influenzano i livelli di aldosterone (diuretici, antipertensivi, estroprogestinici) debbono essere interrotti 2 settimane prima del prelievo. Nelle 4 settimane che precedono il prelievo il paziente deve seguire una dieta a normale contenuto di sodio. E’ consigliabile rimanere distesi per almeno un’ora prima del prelievo.
Azotemia (o Urea)
Un aumento dell’azoto ureico può indicare un’insufficienza renale funzionale, o addirittura una sindrome epatorenale, nel corso di una cirrosi epatica. Da sottolineare che, nel caso di insufficienza epatica, che compromette il ciclo dell’urea, l’azotemia perde affidabilità come indice di funzionalità renale; in tal caso sono più affidabili i valori di creatinemia. Si trova un valore diminuito nel terzo trimestre di gravidanza e nei casi di malnutrizione. Il valore considerato normale è: • 8-26 mg/100ml se espresso come N dell’Urea • 18-50 mg/100 ml se espresso come Urea Bilirubina totale nel plasma Sottoprodotto del metabolismo dell’emoglobina, derivante dalla demolizione dei globuli rossi. Venendo espulsa dal fegato, un suo valore troppo alto può indicare danno epatico, ostruzione intra ed extra epatica. Il valore medio che viene considerato normale nel siero è pari a 0,2 – 1 mg/100 ml.
Calcio totale E’ quella sostanza sempre presente e attiva nella maggior parte delle funzioni metaboliche. Viene assorbito nella prima parte dell’intestino in ambiente acido (circa 1 g al giorno) e viene eliminato nelle feci e nelle urine. Un’elevata concentrazione di calcio nel siero può essere causata da: ipervitaminosi (vit. D in particolare), terapie con diuretici (in particolare con tiazide), terapie con cortisone, assunzione di contraccettivi orali. Una diminuzione di tale valore può essere causata da: deficit di vit. D, disfunzioni renali croniche, terapie con diuretici (in particolare con Lasix), pancreatite acuta e malnutrizione. La fascia di valore media che clinicamente è considerata normale è nel siero 9.0 – 10.6 mg/100 ml
Colesterolo
Assieme ai trigliceridi, rappresenta uno dei più noti e importanti fattori di rischio cardiovascolare e di arteriosclerosi. Può venire prodotto dal fegato o assorbito con gli alimenti, mentre viene eliminato sempre per via epatica con la sintesi degli acidi biliari e attraverso l’intestino. Il trasporto del colesterolo è soprattutto a carico di due lipoproteine: LDL (low density lipoproteins), e HDL (high density lipoproteins). Mentre l’LDL trasporta il colesterolo verso le pareti vasali, l’HDL lo muove verso il catabolismo; per tale motivo il colesterolo legato alle proteine a bassa densità ha un peso maggiore come fattore di rischio rispetto all’HDL. LDL: il valore medio considerato normale nel siero è 65 – 175 mg/100 ml. Un valore superiore a 150/100 ml è considerato sospetto. Un valore superiore a 190/100 ml è considerato di allarme. HDL: il valore medio considerato normale nel siero è 45 – 85 mg/100 ml. Un valore inferiore a 40/100 ml è considerato di allarme. Un valore troppo basso può indica diabete mellito, malattie renali, epatopatie, infezioni virali e batteriche.
Colesterolo plasmatico totale
Un valore elevato di colesterolo totale serico, in presenza di elevato valore LDL costituisce un fattore di rischio grave per le malattie cardiovascolari. Può indicare epatopatia, ipotiroidismo, insufficienza renale, diabete, alcolismo, infarto miocardio. Un valore troppo basso può indicare una situazione di ipertiroidismo, malnutrizione, grave insufficienza epatica e anemia. Il valore medio che viene considerato normale è: • nel siero 120 – 230 mg/100 ml • valore ottimale sino ai 30 anni: 180/100 ml • valore ottimale oltre ai 30 anni: 200/100 ml
Cortisolo plasmatico e urinario
Il cortisolo è il principale ormone glicocorticoide prodotto dalle surrenali, è un ormone steroideo di 21 atomi di carbonio che circola legato reversibilmente per circa il 90% alla transcortina ed in minima quota all’albumina. Il suo dosaggio è utilizzato per definire lo stato di funzionalità della corteccia surrenale, per la diagnosi di sindrome di Cushing (valori elevati, scomparsa del ritmo circadiano), sospetta insufficienza surrenalica primitiva o secondaria, studio dell’asse ipotalamo-surrene. Nelle sindromi adrenogenitali i livelli di cortisolo diminuiscono determinando un aumento dell’ACTH. Tuttavia per diagnosticare con certezza l’insufficienza surrenalica occorrono anche altri esami. Nelle donne gravide o che prendono la pillola è normale un aumento di questa sostanza, che però non ha conseguenze cliniche. Il cortisolo urinario libero da un indice della frazione attiva del cortisolo circolante nel sangue. I livelli di cortisolo seguono un ritmo circadiano: i livelli più elevati sono presenti la mattina al risveglio, i più bassi la sera. Lo stress, l’esercizio fisico, la gravidanza, i farmaci contenenti estrogeni, il carbonato di litio, il metadone e l’alcool etilico possono far aumentare i livelli di cortisolo. E’ richiesto il digiuno nelle 8 ore che precedono il prelievo. Il suo valore normale nel sangue è da 100 a 200 mcg/l (punta massima alle 8 del mattino). Nelle urine, meno di 100 mcg/24 h. Su campione di sangue prelevato alle otto del mattino avendo cura di evitare qualsiasi stress prima dell’esame. Raccolta delle urine delle 24 ore.
Creatin-Fosfochinasi (CPK)
Anche questo valore come l’LDH è, sempre se non nella norma, ricollegabile a diverse patologie probabilmente in corso. L’enzima CPK catalizza la reazione di fosfolirazione della creatina, fondamentale per il metabolismo muscolare. E’ presente nei tessuti dei muscoli, nel muscolo cardiaco, nello scheletro, nel cervello. Alti valori di CPK possono indicare infarto miocardio (è il primo degli enzimi ad aumentare seguito da SGOT e LDH), distrofia muscolare progressiva, traumi e sforzi muscolari violenti ma anche danni al tessuto muscolare provocato da iniezioni. Per questo motivo è importante eseguire l’esame dopo 3/4 giorni di riposo, considerare comunque sempre, nel momento in cui ne parlate con il medico, di ricordare che si sta facendo un’attività sportiva intensa. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è nel siero 50 – 100 mU/ml.
Vorrei inoltre sottolineare, facendo uno sport dove il bagaglio biologico naturale è fondamentale (come del resto in tutti gli sport), come sia importante misurare (certamente con meno frequenza visti i costi) i principali ormoni. Questo ricordando che comunque il nostro corpo vive di equilibri ed è quindi importantissimo avere un quadro della delicata sinergia che esiste fra tutto l’omeostasi endocrina. Spesso l’inibizione di un solo ormone crea un effetto catena il cui risultato finale è di difficile previsione. La consapevolezza di questo meccanismo aiuta certamente a tutelare al massimo la salute.
Creatinina clearance
Valore che indica la capacità dei reni di depurare qualsiasi sostanza sia endogena che esogena che li attraversa. Il valore considerato normale è 70-110 ml/min
DHEA (deidroepiandrosterone)
E’ uno steroide a 19 atomi di carbonio. I valori di DHEA risultano spesso elevati nel corso di patologie quali la sindrome dell’ovaio policistico, difetto di 3-betaidrossisteroidodeidrogenasi e tumori surrenalici. I livelli plasmatici di DHEA variano in rapporto all’età. Dopo la nascita rimangono a livelli bassissimi sino alla fase puberale, anche se spesso è rilevabile un progressivo aumento a partire dai 6 anni di età sino ai 13 anni, periodo in cui iniziano ad essere sovrapponibili con quelli dell’adulto. Dopo i 45-50 anni i livelli cominciano di nuovo a scendere. E’ consigliabile interrompere le eventuali terapie 48 ore prima del prelievo, e mantenersi a digiuno nelle 8 ore precedenti.
DHEA’S
Viene eliminato attraverso le urine dove costituisce la quota maggiore dei 17 chetosteroidi. Un’aliquota di esso viene trasformata, mediante un metabolismo di tipo “indiretto” in androstenedione, mentre un’altra subisce invece un metabolismo di tipo “diretto” tramite l’azione della 17 alfa idrossilasi. La valutazione dei livelli plasmatici di DHEA’S è di importanza fondamentale nell’identificazione delle cause e nel trattamento di pazienti con eccesso di androgeni in quanto è prodotto prevalentemente dal surrene, a differenza del DHEA, del Delta-4-Androstenedione e del Testosterone (iperandrogenismo funzionale surrenalico). Nell’irsutismo ghiandolare è facile riscontrare un coinvolgimento sia del surrene che dell’ovaio. I livelli plasmatici di DHEA’S variano in rapporto all’età. Dopo la nascita rimangono a livelli bassissimi sino alla fase puberale, anche se spesso e’ rilevabile un progressivo aumento a partire dai 6 anni di età sino ai 13 anni, periodo in cui iniziano ad essere sovrapponibili con quelli dell’adulto. Dopo i 45-50 anni i livelli cominciano di nuovo a scendere. E’ consigliabile interrompere le eventuali terapie 48 ore prima del prelievo, e mantenersi a digiuno nelle 8 ore precedenti. Estradiolo (17-beta estradiolo) L’estradiolo è il principale ormone estrogeno prodotto dalle ovaie durante il ciclo. Una riduzione dei livelli in circolo di questo ormone indica una ridotta funzionalità delle ovaie. Tuttavia per capirne la causa è necessario il dosaggio di altri ormoni (ormone follicolo stimolante o FSH). I valori normali del 17-beta estradiolo variano a seconda della fase del ciclo mestruale. Nella fase follicolare, 50-70 ng/l; picco ovulare, 200-400 ng/l; fase lutea, 100-150 ng/l. In menopausa, cioè quando le ovaie interrompono il loro funzionamento, il valore normale scende a 15-20 ng/l.
Fosfatasi alcalina
Sono un gruppo di enzimi presenti nel sangue prodotti dal fegato, tessuto osseo, intestino e placenta. Per capire se, in presenza di valori alti, siamo di fronte a malattie epatiche o delle ossa conviene monitorare gli altri valori epatici. Se questi sono nella norma ci troviamo di fronte a malattie osse (artrite deformante, rachitismo, metastasi ossea) altrimenti potrebbero esserci danni epatici (ittero ostruttivo, cirrosi biliare). Valori bassi possono indicare ipotiroidismo o deposizione di materiale radioattivo nelle ossa. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è: • nel siero 75 – 600 mU/ml (bambini) • nel siero 75 – 220 (adulti)
Fosforo inorganico
Come il Calcio anche il Fosforo partecipa attivamente alla maggior parte delle funzioni metaboliche del nostro organismo. E’ in equilibrio omeostatico con il Calcio, dunque il variare di uno comporta la modificazione del valore dell’altro. Un’elevata concentrazione di Fosforo può essere dovuta ad eccesso di vit D, insufficienza renale, dieta ad alto contenuto di Calcio, terapia con ormone della crescita. Una carenza di Fosforo può indicare una carenza di vitamina D, rachitismo, alcolismo. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è: • nel siero 2,5 – 5,0 ng/100 ml • nelle urine 700 – 1500 mg/litro
FSH E’ una glicoproteina consistente di 2 subunità (alfa e beta). La subunità beta è quella che conferisce la specie-specificità all’ormone. L’FSH induce nei due sessi la maturazione delle cellule germinali senza nessun effetto sulla steroidogenesi. L’FSH provvede a far maturare il follicolo e stimolare la produzione di estrogeni nella donna, mentre nell’uomo concorre alla maturazione degli spermatozoi. Nell’uomo l’aumento è dovuto ad ipogonadismo primitivo con cariotipo normale (da castrazione, postorchitico, da irradiazione, agenesia testicolare, aplasia germinale) e con cariotipo anormale (sindrome di Klinefelter, sindrome di Turner maschile). E’ diminuito nell’ipogonadismo ipotalamo-ipofisario. Nella donna è aumentato per insufficienza ovarica primitiva congenita (sindrome di Turner, sindrome di Morris) e acquisita (cisti, malattia policistica, neoplasie, irradiazione). E’ diminuito nell’insufficienza ovarica secondaria a malattie ipofisarie, alterazioni neuroipotalamiche e malattie sistemiche. La somministrazione di androgeni ed estrogeni determina una diminuzione dei livelli di FSH. In caso di disordini mestruali trattati con estro-progestinici è consigliabile eseguire il monitoraggio mensile dell’FSH, dopo interruzione, il mese successivo al primo flusso spontaneo. Tutti i farmaci che possono interferire con i livelli di FSH debbono essere sospesi 48 ore prima del test.
FT3
Rappresenta solo una piccolissima percentuale del T3 presente in circolo (0,3%). Infatti sia la T3 che la T4 circolano legate a tre proteine di trasporto, la TBG, la TBPA e l’albumina. In pazienti con livelli alterati di TBG, la valutazione dell’FT3 offre un quadro della funzionalità tiroidea più attendibile della frazione legata. I livelli di FT3 possono essere aumentati in gravidanza, durante terapia estrogenica, assunzione di eroina o metadone, in corso di patologia tumorale estrogeno-secernente. Una diminuzione dei livelli di fT3 può verificarsi in seguito a terapia con androgeni, glucocorticoidi, eparina, salicilati, anticonvulsivanti, sulfonamidi e farmaci antitiroidei. La terapia con ormoni tiroidei deve essere sospesa un mese prima della esecuzione del test. Tutti i farmaci che possono interferire con i livelli di FT3 devono essere sospesi 72 ore prima del test.
FT4
Rappresenta solo una piccolissima percentuale della T4 presente in circolo (0,3%). Infatti sia la T3 che la T4 circolano legate a tre proteine di trasporto, la TBG, la TBPA e l’albumina. In pazienti con livelli alterati di TBG, la valutazione dell’FT4 offre un quadro della funzionalità tiroidea più attendibile della frazione legata. I livelli di FT4 possono essere aumentati in gravidanza, durante terapia estrogenica, assunzione di eroina o metadone, in corso di patologia tumorale estrogeno-secernente. Una diminuzione dei livelli di FT4 può verificarsi in seguito a terapia con androgeni, glucocorticoidi, eparina, salicilati, anticonvulsivanti, sulfonamidi e farmaci antitiroidei. La terapia con ormoni tiroidei deve essere sospesa un mese prima della esecuzione del test. Tutti i farmaci che possono interferire con i livelli di FT4 devono essere sospesi 72 ore prima del test. Gamma-Glutamiltranspeptidasi nel plasma Anche quest’enzima riguarda prevalentemente un discorso epatico. E’ definito un enzima di membrana localizzato nel fegato e nelle strutture delle vie biliari. Valori alti possono indicare problemi ostruttivi epatici e post-epatici mentre valori troppo bassi possono ricollegarsi a infiammazioni, cirrosi, mononucleosi infettiva, lesioni epatiche da farmaci. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è: • nel siero 6 – 28 U/L (uomo) • nel siero 4 – 18 u/l (donna)
GH (Ormone Somatotropo)
Viene secreto dall’ipofisi ed è da un punto di vista metabolico un ormone anabolizzante. La sua produzione è aumentata dall’esercizio fisico, dal sonno profondo, dall’ipoglicemia e da una dieta proteica. Livelli troppo elevati o troppo bassi di GH nei primi anni di vita danno luogo a gigantismo o nanismo. Nella età adulta un eccesso di GH dovuto alla presenza di adenoma ipofisario determina acromegalia. Il dosaggio del GH andrebbe eseguito dopo stimolo, dato che i valori possono essere, in condizioni basali, troppo bassi per essere determinati. L’ipoglicemia, l’attività fisica, lo stress e vari farmaci tra i quali l’anfetamina, l’arginina, la dopamina, la levodopa, la metildopa, i beta bloccanti, l’istamina, l’acido nicotinico, gli estrogeni e gli estroprogestinici, possono causare livelli falsamente elevati di GH. E’ preferibile eseguire il test intorno alle ore 8 del mattino dopo 12 ore di digiuno. Nelle 24 ore che precedono il test deve essere evitata l’attività fisica intensa.
Glicemia
Valore che indica la quantità di zucchero nel sangue. Un valore alto può indicare uno stato diabetico o prediabetico. Un valore basso può essere indice di malattia epatica. Il valore considerato normale è 70-100 mg/dl.
Lattico-Deidrogenasi (LDH)
E’ un valore che, se non nella norma, si può riferire a diverse patologie. Il DH è un enzima che catalizza la trasformazione di piruvato in lattato. L’enzima LDH è presente nel miocardio, nel rene, nel fegato e nei muscoli. Alti valori di LDH possono ricollegarsi a infarto del miocardio, tachicardia, infarto polmonare, infarto renale, traumi cranici, epatite virale, cirrosi, ittero, distrofia muscolare. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è: • nel siero 120 – 240 U/L • nell’urina 800/3600 U/L
LH (ormone luteotropo)
E’ una glicoproteina costituita da due subunità, la alfa e la beta. La catena beta conferisce la specificità immunologica all’ormone anche se esiste una similarità strutturale con la catena beta della gonadotropina corionica. Viene prodotto dalle cellule basofile del lobo anteriore dell’ipofisi, sotto il controllo pulsatile dell’ormone ipotalamico GNRH. L’attività delle ghiandole ipotalamica ed ipofisaria è regolata a sua volta, dal livello degli steroidi gonadici circolanti. Durante il ciclo mestruale l’LH presenta una caratteristico andamento ciclico con un aumento dei livelli al momento dell’ovulazione. Nell’uomo agisce come stimolo per la spermatogenesi e la produzione di testosterone. Nell’uomo l’aumento è dovuto ad ipogonadismo primitivo con cariotipo normale (da castrazione, postorchitico, da irradiazione, agenesia testicolare, aplasia germinale) e con cariotipo anormale (sindrome di Klinefelter, sindrome di Turner maschile). E’ diminuito nell’ipogonadismo ipotalamo-ipofisario. Nella donna è aumentato per insufficienza ovarica primitiva congenita (sindrome di Turner, sindrome di Morris) e acquisita (cisti, malattia policistica, neoplasie, irradiazione). E’ diminuito nell’insufficienza ovarica secondaria a malattie ipofisarie, alterazioni neuroipotalamiche e malattie sistemiche. La somministrazione di androgeni ed estrogeni determina una diminuzione dei livelli di LH. In caso di disordini mestruali trattati con estro-progestinici è consigliabile eseguire il monitoraggio mensile dell’LH, dopo interruzione, il mese successivo al primo flusso spontaneo. Tutti i farmaci che possono interferire con i livelli di LH debbono essere sospesi 48 ore prima del test. Esiste logicamente un’interazione fra i livelli dei due ormoni. Innalzamento dell’FSH con LH elevato o normale indicano un deficit ovarico. Tassi normali di FSH con LH alto sono tipici invece di disfunzioni nell’equilibrio di ipotalamo, ipofisi e ovaio oppure di distrofia policistica delle ovaie. Bassi livelli di entrambi gli ormoni indicano una insufficienza ipofisaria o, più spesso, un disturbo ipotalamo-ipofisario. Nell’uomo l’ipogonadismo di origine periferica si caratterizza per l’innalzamento di FSH e LH e l’abbassamento del testosterone, mentre nell’insufficienza del sistema ipotalamo-ipofisi il testosterone si abbassa mentre gli altri due ormoni rimangono costanti.
Potassio nel plasma
E’ il principale elettrolita intracellulare molto importante che può variare all’interno del nostro organismo a causa di molti fattori esogeni. Come elettrolita svolge un ruolo importante anche a livello muscolare. Un livello alto di potassio può indicare sia lievi che gravi problemi renali, insufficienza corticosurrenale, chetoacidosi diabetica, eccessivi apporto di potassio, uso sconsiderato di diuretici. Un livello basso di potassio può significare iperaldosteroinismo, malnutrizione, iperinsulinismo, sconsiderate terapie diuretiche, perdite gastrointestinali. La fascia di valore media che clinicamente è considerata normale è nel siero 3,7 – 5,3 mmol/L.
Progesterone
E’ un ormone secreto dal corpo luteo, assente durante la fase follicolare del ciclo, che appare appena prima dell’ovulazione e aumenta durante la fase lutea. Nella donna in età fertile è un buon indicatore del corretto svolgimento del ciclo, ma deve essere eseguito assieme ad altri test (dosaggio del 17-beta estradiolo). Durante la gravidanza aumenta seguendo una certa curva fino alla 40a settimana. Di conseguenza, da conto dell’accrescimento del feto, ma non del suo stato di salute. Il valore normale è almeno 10 mcg/l durante la fase lutea.
Prolattina
E’ l’ormone polipeptidico prodotto dalle cellule lattotrope dall’ipofisi anteriore che, nella donna, da inizio e mantiene la produzione di latte dopo il parto. E’ presente in piccole quantità anche nell’uomo. Nella donna che lamenta la scomparsa delle mestruazioni, ma non è gravida, tassi di prolattina superiori a 100 mcg/l indicano con molta probabilità un adenoma (neoplasia) dell’ipofisi. I valori di Prolattina aumentano negli adenomi ipofisari PRL secernenti, craniofringioma, sindrome di Chiari-Frommel, ipotiroidismo, morbo di Addison, flogosi e traumi della base cranica, carcinoma bronchiale, tumore della tiroide. Nell’uomo valori elevati possono indicare ipogonadismo. I valori risultano diminuiti anche nel panipopituitarismo (sindrome di Sheehan, tumori ipofisari, craniofaringioma). Gli estrogeni, reserpina, alfa-metil-dopa, fenotiazine, metoclopropamide, sulpiride, cimetidina, ranitina possono far aumentare i livelli di PRL. La L-dopa, bromoergocriptina, apomorfina, metisergide sono in grado di farne diminuire i livelli. Durante la gravidanza la prolattina aumenta fino a 250 mcg/l immediatamente prima del parto, per poi normalizzarsi in due settimane se la donna non allatta e in 3 mesi circa se allatta. Da sottolineare che la Prolattina può aumentare in seguito a stress, esercizio fisico ed ipoglicemia. Sospendere tutti i farmaci interferenti 72 ore prima del prelievo. In alcuni casi lo studio della PRL è eseguito in 3 prelievi distanziati di 15-20 minuti uno dall’altro. Per stabilire la carenza di prolattina (possibile segno di insufficienza ipofisaria), invece, è necessario ricorrere ad altri test cosiddetti di stimolazione. Il valore normale è inferiore a 20 mcg/l.
SGOT Transaminasi
E’ un enzima presente nel sangue che catalizza la conversione degli aminoacidi e viceversa. Valori troppo elevati si possono collegare a epatite, necrosi epatica, danno epatico da sostanze chimiche, alcolismo. Spesso però riscontriamo in atleti infortunati o sottoposti ad allenamenti pesanti alti valori di SGOT. Questo perché questi enzimi sono sì presenti nel fegato, nel cuore, nei reni ma anche nei muscoli schelettrici dunque traumi muscolari dati da infortuni o allenamenti possono alzare i valori di SGOT. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è: • nel siero 8 – 25 U/L (in soggetto adulto) • nel siero 10-15 U/L (in soggetto maggiore di 60 anni).
Sodio nel plasma
Così come il potassio, il sodio è un importante elettrolita, ma questa volta extracellulare, che regola il volume dei liquidi al di fuori della cellula. Anche lui può variare all’interno del nostro organismo a causa di molti fattori esterni e svolge un ruolo importante a livello muscolare. Un’alta concentrazione di sodio nel plasma può essere collegata a disidratazione, diabete, sudorazione, iperaldosteroinismo, disordini nel sistema nervoso centrale. Una bassa concentrazione di sodio nel plasma può essere collegata ad insufficienza cardiaca congestizia, sovraccarico idrico, iposodiemia depletiva, terapia diuretica, insufficienza surrenale, perdite gastrointestinali. La fascia di valore media che clinicamente è considerata normale è nel siero 138 – 146 mmol/L.
SGPT Transaminasi
E’ un importante campanello d’allarme. Infatti, è un enzima che viene liberato nel sangue in caso di danni al fegato. Un valore alto di SGPT accompagnato da elevati valori di bilirubina, fosfatasi alcalina, colesterolo sono sintomo di danni epatici. La fascia di valore media che clinicamente viene considerata normale è nel siero 8 – 20 U/L.
T3 (triiodotironina)
E’ un ormone prodotto dalla tiroide, attivo nella sua forma levogira. I suoi livelli circolanti sono in rapporto di 1:60 con quelli della T4. La T3 circola legata alla TBG (Tiroxine binding globuline). In condizioni di ipertiroidismo solitamente risultano elevati sia i livelli di T3 che di T4 circolanti, ad eccezione della tossicosi T3, in cui si eleva solo la concentrazione del T3. Nell’ipotiroidismo si riscontrano valori al di sotto della norma anche se l’indice più sensibile per una corretta diagnosi risulta essere il T4. E’ aumentato nell’ipertiroidismo primitivo (TSH ridotto), nell’ipertiroidismo secondario (TSH aumentato) e nelle sindromi paraneoplastiche (tumori bronchiali, pancreatico) E’ diminuito nell’ipotiroidismo primitivo congenito ed acquisito (TSH elevato), nell’ipertiroidismo secondario (TSH ridotto) e nell’ipotiroidismo da lesioni dell’ipotalamo (TSH ridotto).
Testosterone libero
Questo valore rappresenta la quota libera del testosterone circolante (circa l’1 %). La concentrazione di testosterone libero in circolo può aumentare o per un incremento dei livelli di testosterone totale o per una diminuzione di SHBG in condizioni quali acne, alopecia androgenetica ed irsutismo. Il testosterone presenta un ritmo pulsatile e circadiano di escrezione. I livelli più elevati sono riscontrabili al mattino e alla sera verso le 17. La somministrazione di testosterone esogeno, estratti tiroidei, GH, citrato di clomifene e barbiturici porta ad un aumento dei livelli plasmatici. Non è strettamente necessario il digiuno prima del prelievo, anche se un siero lipemico può interferire con i risultati del dosaggio.
Testosterone totale
E’ il principale ormone androgeno dell’uomo, prodotto da particolari cellule dei testicoli. Nella donna, invece, è un prodotto della trasformazione di un altro ormone prodotto da surrenali e ovaie (dhea). Il testosterone si forma dal colesterolo attraverso 2 possibili vie (delta 4 e delta 5) anche se la via delta 4 sembra quella più utilizzata nel testicolo umano. Il testosterone è responsabile dei caratteri sessuali secondari del maschio. Viene principalmente secreto dalle cellule di Leydig ed è prodotto anche a livello surrenalico e nell’ovaio. La maggior parte del testosterone circola legato alle proteine di trasporto (SHBG ed albumina). Una piccola parte è libera (vedi testosterone libero) ed è disponibile a penetrare nelle cellule degli organi bersaglio. Il testosterone presenta una variabilità nei livelli plasmatici legata ad un ritmo pulsatile e circadiano di escrezione. I livelli più elevati sono riscontrabili nelle prime ore del mattino e verso le 17. Un aumento del testosterone è presente nella pubertà precoce idiopatica o provocata da lesioni del sistema nervoso centrale, nei tumori surrenalici o nell’iperplasia surrenale congenita. Livelli diminuiti o ai limiti bassi della norma si riscontrano nella cirrosi epatica, durante laterapia estrogenica, nelle obesità marcate, in associazione ad alti livelli di LH, nell’insufficienza renale e nella malnutrizione, dopo la sospensione di trattamenti più o meno prolungati con androgeni. Quindi nell’uomo il calo del testosterone indica un’insufficienza delle gonadi, che può essere dovuta a insufficienza dell’ipofisi o tumore dell’ipotalamo (due ghiandole endocrine), con abbassamento degli ormoni follicolo stimolante e luteinizzante, oppure a danni periferici (orchiti, castrazione…), con aumento degli altri due ormoni. Nella donna il dosaggio del testosterone (associato a quello di altri ormoni) serve a stabilire la causa dell’irsutismo. Tutti i farmaci interferenti con i livelli plasmatici di testosterone debbono essere interrotti 72 ore prima del test. Non è strettamente necessario il digiuno. I suoi valori normali sono da 4 a 8 mcg/l (uomini); da 0,2 a 0,6 mcg/l (donne).
Tiroxina totale (T4) e Tiroxina libera (FT4)
La tiroxina (T4) è il principale ormone prodotto dalla tiroide, e nel sangue è legata a proteine specifiche, mentre una piccola frazione (FT4) non è legata ed è la sola attiva. Il T4 (tiroxina) è il principale ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea. Nel sangue periferico, attraverso un meccanismo di monodeiodinazione la T4 si trasforma in triiodotironina (T3) e composti metabolicamente inattivi come la rT3. La maggior parte della tiroxina presente in circolo è legata alle proteine sieriche, in particolare alla thyroxine binding globulin o TBG, alla thyroxine binding prealbumin TBPA ed all’albumina. La tiroxina è l’ormone tiroideo che risulta più sensibile ad alterazioni legate a patologie tiroidee. Valori elevati di T4 sono riscontrati nell’ipertiroidismo e nelle tiroiditi acute i livelli di T4 aumentano anche nella gravidanza, durante terapia estrogenica, in corso di patologia tumorale estrogeno-secernente, assunsione di eroina e metadone. Basse concentrazioni sono tipiche nell’ipotiroidismo, mixedema, cretinismo, tiroiditi croniche e talora subacute. Una diminuzione dei livelli di T4 può inoltre verificarsi in seguito a terapia con androgeni, glucocorticoidi, eparina, salicilati, anticonvulsivanti tipo fenitoina, sulfonamidi, antitiroidei. Vista la sua estrema variabilità la misurazione della tiroxina totale può quindi essere falsata da diverse circostanze. Per questo motivo può essere preferibile dosare la tiroxina libera. I valori di riferimento sono T4: da 45 a 110 mcg/l; FT4: da 8 a 28 ng/l.
Trigliceridi nel plasma
Sono esteri (l’esterificazione non è altro che un tipo di legame chimico) di glicerolo e acidi grassi, sintetizzati nel fegato e trasportati da proteine (lipoproteine). Detto volgarmente sono lipidi (come il colesterolo e i fosfati) che circolano nel sangue legati alle proteine. Chiaramente valori fuori dalla norma (per eccesso) sono da collegare a malattie dell’arteria coronarica, diabete mellito, pancreatite, malattie epatiche, alcolismo. Un valore troppo basso può essere sintomo di malnutrizione, ipolipoproteinemia, ipertiroidismo. La fascia di valore media che clinicamente è considerata normale è nel siero 20 – 180 mg/100 ml.
TSH
E’ un glicopeptide secreto dalle cellule dell’ipofisi anteriore che agisce su diversi aspetti funzionali della tiroide: iodocaptazione, sintesi di tireoglobulina, attivazione di proteasi e liberazione di ormoni tiroidei in circolo. E’ aumentato negli adenomi ipofisari TSH secernenti e nell’ipotiroidismo congenito e acquisito. E’ diminuito nell’ipopituitarismo con ipotirodismo secondario e nell’ipertiroidismo primitivo. L’aumento del TSH oltre i 20 mU/l è indice con grande probabilità l’ipotiroidismo primario. I livelli di TSH possono essere più elevati in gravidanza, in corso di patologie tumorali estrogeno secernenti, durante terapia con estroprogestinici, carbonato di litio, potassio, nel post-climaterio con alti livelli di FSH, per assunzione di eroina o metadone. L’abbassamento del TSH accompagnato da aumento di T3 e T4 è segno di ipertiroidismo e/o disfunzioni dell’ipofisi.
Velocità di eritrosedimentazione (VES)
Indica la velocità con cui gli eritrociti si aggregano, aumentano di massa, superano il volume ed incrementano la sedimentazione. La VES è molto utile anche per seguire l’andamento di alcune malattie. L’aumento della VES è spesso legato ad infiammazioni, infezioni, necrosi del tessuto, ipercolesterolemia, anemia, tumori maligni o anche aumento della temperatura ambientale. La diminuzione della VES è spesso dovuta a terapie con prodotti anti-infiammatori, steroidi surrenalinici o diminuzione della temperatura ambientale. La fascia di valore media che clinicamente è considerata normale è: • nell’uomo adulto 0 – 15 • nell’uomo adulto maggiore di 30 anni 0 – 20 • nella donna adulta 0 – 20 • nella donna adulta maggiore di 30 anni 0 – 30