QUANTA ATTIVITA’ AEROBICA PER DIMAGRIRE?
Uno studio ha esaminato i cambiamenti nella massa grassa di 90 soggetti non allenati, ai quali sono state fatte seguire le raccomandazioni del Surgeon General degli Stati Uniti riguardanti la frequenza di esercizio. I soggetti, femmine e maschi di età comprese tra 22 e 74 anni, hanno effettuato per 4 volte a settimana 30 minuti di esercizio continuato, ad un intensità pari al 70% dell’assunzione massima di ossigeno.
Il protocollo è durato 8 settimane, ed è stato completato da 80 persone, le quali sono state divise nelle seguenti categorie:
1) Un gruppo di controllo che non ha fatto alcuna attività fisica;
2) Un gruppo che si è allenato al massimo 2 volte a settimana;
3) Un gruppo che ha svolto 3-4 allenamenti a settimana;
4) Un gruppo che si è allenato 4 o più volte a settimana.
2) Un gruppo che si è allenato al massimo 2 volte a settimana;
3) Un gruppo che ha svolto 3-4 allenamenti a settimana;
4) Un gruppo che si è allenato 4 o più volte a settimana.
L’analisi dei dati della percentuale di grasso corporeo ha rilevato una diminuzione significativa della massa grassa nei soggetti del gruppo che si è allenato 4 o più volte a settimana.
In un altro studio, meno recente, si è cercato di definire quanto e quale tipo di allenamento sia necessario svolgere al fine di evitare l’aumento di peso. I partecipanti alo studio, 175 soggetti, donne e uomini sovrappeso, di età compresa tra 40 e 65 anni, con dislipidemia da lieve a moderata (una condizione clinica nella quale sono presenti nel sangue elevate concentrazioni di lipidi), sono stati divisi in 4 gruppi:
1) Gruppo che si è esercitato ad alta intensità e per più tempo (equivalente a 32 km/settimana di jogging al 65-80% del massimo consumo di ossigeno);
2) Gruppo che si è esercitato ad alta intensità e per meno tempo (equivalente a 19,2 km/settimana di jogging al 65-80% del massimo consumo di ossigeno);
3) Gruppo che si è esercitato ad intensità moderata e per meno tempo (equivalente a 19,2 km/settimana di camminata al 40-55% del massimo consumo di ossigeno)
4) Gruppo di controllo, che non ha svolto attività fisica
2) Gruppo che si è esercitato ad alta intensità e per meno tempo (equivalente a 19,2 km/settimana di jogging al 65-80% del massimo consumo di ossigeno);
3) Gruppo che si è esercitato ad intensità moderata e per meno tempo (equivalente a 19,2 km/settimana di camminata al 40-55% del massimo consumo di ossigeno)
4) Gruppo di controllo, che non ha svolto attività fisica
Lo studio è durato 8 mesi, e durante questo periodo ai soggetti è stato consigliato di non cambiare le loro abitudini alimentari.
Sono state fatte rilevazioni del peso corporeo, della composizione corporea tramite plicometria, e misurazioni della circonferenza nel punto vita.
Tra i due gruppi che si sono esercitati per meno tempo non si sono rilevate significative differenze nella composizione corporea; i risultati migliori si sono riscontrati nel gruppo che si è esercitato per più tempo, mentre tutti i gruppi hanno registrato dei miglioramenti rispetto al gruppo di controllo, che non ha svolto alcuna attività fisica. Rispetto a questo gruppo tutti gli altri che si sono esercitati hanno avuto riduzione significativa della circonferenza addominale, vita e fianchi.
Le conclusioni degli autori sono che l’inattività fisica prolungata in una popolazione sovrappeso di mezza età, sedentaria, conduce ad aumenti significativi del grasso addominale viscerale in un periodo di tempo relativamente breve (6 mesi). Anche un programma di allenamento moderato, ma costante, contribuisce ad evitare incrementi importanti nel grasso addominale viscerale. In considerazione dell’alto tasso di recidiva che si verifica nei programmi di dimagrimento, la prevenzione assume un ruolo importante. Un modesto aumento nelle calorie consumate ogni giorno provoca una diminuzione significativa nel grasso addominale viscerale, sottocutaneo e totale anche senza cambiamenti significativi delle proprie abitudini alimentari.
Sono state fatte rilevazioni del peso corporeo, della composizione corporea tramite plicometria, e misurazioni della circonferenza nel punto vita.
Tra i due gruppi che si sono esercitati per meno tempo non si sono rilevate significative differenze nella composizione corporea; i risultati migliori si sono riscontrati nel gruppo che si è esercitato per più tempo, mentre tutti i gruppi hanno registrato dei miglioramenti rispetto al gruppo di controllo, che non ha svolto alcuna attività fisica. Rispetto a questo gruppo tutti gli altri che si sono esercitati hanno avuto riduzione significativa della circonferenza addominale, vita e fianchi.
Le conclusioni degli autori sono che l’inattività fisica prolungata in una popolazione sovrappeso di mezza età, sedentaria, conduce ad aumenti significativi del grasso addominale viscerale in un periodo di tempo relativamente breve (6 mesi). Anche un programma di allenamento moderato, ma costante, contribuisce ad evitare incrementi importanti nel grasso addominale viscerale. In considerazione dell’alto tasso di recidiva che si verifica nei programmi di dimagrimento, la prevenzione assume un ruolo importante. Un modesto aumento nelle calorie consumate ogni giorno provoca una diminuzione significativa nel grasso addominale viscerale, sottocutaneo e totale anche senza cambiamenti significativi delle proprie abitudini alimentari.
La correlazione tra rischio di malattia e obesità addominale è stata descritta in moltissimi studi precedenti. Ciò che che mette in evidenza questo studio si può riassumere in tre punti:
1) Soggetti adulti in sovrappeso subiscono gli effetti dell’inattività in termini di aumento del grasso addominale, anche nel breve periodo; ricordiamoci che il grasso viscerale accumulato in pochi mesi può richiedere almeno altrettanto tempo per essere eliminato, e ciò vale per i maschi quanto per le femmine
2) Anche un basso quantitativo di attività fisica svolta in modo continuato, è sufficiente ad evitare l’incremento del grasso addominale viscerale; in altre parole, il mantenimento dello status richiede un minimo di esercizio, ma basta per non peggiorare la situazione
3) L’attività fisica svolta in quantità più elevate, non solo impedisce l’aumento del grasso viscerale, ma provoca diminuzioni importanti e significative nello stesso, come pure nel grasso addominale sottocutaneo e totale.
1) Soggetti adulti in sovrappeso subiscono gli effetti dell’inattività in termini di aumento del grasso addominale, anche nel breve periodo; ricordiamoci che il grasso viscerale accumulato in pochi mesi può richiedere almeno altrettanto tempo per essere eliminato, e ciò vale per i maschi quanto per le femmine
2) Anche un basso quantitativo di attività fisica svolta in modo continuato, è sufficiente ad evitare l’incremento del grasso addominale viscerale; in altre parole, il mantenimento dello status richiede un minimo di esercizio, ma basta per non peggiorare la situazione
3) L’attività fisica svolta in quantità più elevate, non solo impedisce l’aumento del grasso viscerale, ma provoca diminuzioni importanti e significative nello stesso, come pure nel grasso addominale sottocutaneo e totale.
Riferimenti bibliografici:
Willis FB, Smith FM, Willis AP.
J Strength Cond Res. 2009 Nov;23(8):2377-80
Dynasplint Systems, Landmark Medical, Austin, Texas, USA.
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Slentz CA, Duscha BD, Johnson JL, Ketchum K, Aiken LB, Samsa GP, Houmard JA, Bales CW, Kraus WE.
Arch Intern Med. 2004 Jan 12;164(1):31-9.
Divisions of Cardiology, Geriatric Medicine, and General Internal Medicine, Department of Medicine, Duke Center for Living, Center for Health Policy Research, Durham, NC 27710, USA.
Arch Intern Med. 2004 Jan 12;164(1):31-9.
Divisions of Cardiology, Geriatric Medicine, and General Internal Medicine, Department of Medicine, Duke Center for Living, Center for Health Policy Research, Durham, NC 27710, USA.