Gli steroidi mandano in fumo il cervello

Usare gli steroidi anabolizzanti per aiutare la propria muscolatura a crescere maggiormente, può causare la distruzione delle cellule cerebrali in quantità consistente. E’ ciò che affermano i ricercatori della Yale School of Medicine, i quali hanno scoperto che l’innalzamento del livello di testosterone determinato dall’uso di steroidi, causa la distruzione di cellule nervose.

A chi interessa approfondire l’argomento, questo lavoro è stato pubblicato sul Journal of Biological Chemistry. Secondo i dati dello studio, l’esposizione delle cellule neuronali per 6-12 ore ad alti dosaggi di testosterone, attiva la morte programmata dei neuroni, un processo chiamato “apoptosi”, che consiste in una forma di “suicidio delle cellule”.
La maggior parte, se non tutte le cellule hanno la capacità di auto-distruggersi mediante l’attivazione di questo programma di suicidio, che rientra negli obiettivi principali di ogni organismo pluricellulare, nel mantenere l’equilibrio tra la produzione di nuove cellule e l’ eliminazione delle vecchie. Image
Bisogna però sottolineare che, nel caso si parli di morte di cellule neuronali, questo è un processo caratteristico di alcune gravissime malattie degenerative tra cui l’Alzheimer e la malattia di Huntington.
I ricercatori suggeriscono che lo stato di ipereccitazione e aggressività riscontrabile in molti culturisti, è spesso associabile all’abuso di steroidi. Queste modificazioni del comportamento potrebbero essere interpretate come sintomi di alterazioni nella funzionalità neuronale, causati dall’assunzione di steroidi, come il testosterone.
Precedenti studi svolti sui criceti, avevano mostrato come questi animali diventassero molto aggressivi quando trattati con steroidi anabolizzanti.

Ma lasciamo da parte i simpatici animaletti, e torniamo all’uomo.
Volete sapere i vantaggi che derivano dall’assunzione di steroidi, insulina, ormone della crescita, diuretici, per fare un elenco generico ma quasi completo? Ve li dico subito.
L’assunzione di steroidi e di altri farmaci provoca più massa, più forza e più durezza nei muscoli, oltre ad un più efficace recupero e ad un innalzamento della soglia della fatica, arrivando teoricamente oltre i propri limiti naturali.
ImageBenissimo. Peccato che prendere queste scorciatoie, significa mettere a rischio la propria salute, incorrendo negli effetti collaterali più disparati, senza alcuna possibilità di prevederne l’evoluzione. E’ capitato infatti qualche caso di bodybuilder che è passato indenne a pesanti cicli di farmaci, come pure chi si è ammalato in modo grave a seguito di un assunzione limitata.
Ricordiamoci che stiamo parlando di farmaci estremamente potenti verso i quali tutti non rispondono allo stesso modo.
Ma andiamo avanti con la lista dei possibili effetti collaterali. Danni al fegato, malattie cardiache, ipertensione, e addirittura possibilità di assumere dei tratti fisici sgradevoli, tra i quali la dilatazione abnorme dell’ addome, che può arrivare a sembrare quello di una donna in gravidanza avanzata. Fateci caso, quando avrete occasione di osservare le fisionomie di ex-culturisti ex-utilizzatori di steroidi.
Ancora. Ginecomastia, cioè ingrossamento del tessuto mammario (niente a che vedere col pettorale risultante da puro lavoro muscolare); si possono avere poi gravi forme di acne, calvizie e sindrome del tunnel carpale

Convengo che non avremo mai un fisico enorme come il tuo, caro culturista del farmaco, o che comunque ci metteremo più tempo ad aumentare la massa e la forza del nostro corpo, ma almeno quello che avremo ottenuto sarà tutto merito nostro e non sembrerà in alcun modo qualcosa di artificiosamente costruito grazie a flaconi e siringhe.
Per la cronaca: l’atleta raffigurato qui sopra mezzo nascosto dal carico della Leg Press è l’amico Giulio, assolutamente esente da porcherie. Ci tenevo a precisarlo a scanso di maldestre interpretazioni.

Riferimenti

”Elevated Testosterone Induces Apoptosis in Neuronal Cells”. Manuel Estrada, Anurag Varshney, and Barbara E. Ehrlich J. Biol. Chem., Vol. 281, Issue 35, 25492-25501, September 1, 2006

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